Dal 1° gennaio 2020 tutti i soggetti, indipendentemente dal volume d’affari, che effettuano operazioni di commercio al minuto e attività assimilate ai sensi dell’art. 22 del DPR 633/72 dovranno memorizzare elettronicamente e trasmettere telematicamente i corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.
Come si è arrivati ai corrispettivi telematici?
Con l’obiettivo di recuperare gettito, il D.Lgs n. 127/2015 e s.m.i. ha introdotto, dapprima, l’opzione, poi convertita in obbligo, di “Trasmissione telematica delle operazioni IVA”.
In particolare, il decreto prevedeva la possibilità di optare per la trasmissione telematica delle operazioni IVA e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici a fronte di una serie di “agevolazioni” individuate in una riduzione di adempimenti di tipo amministrativo e contabile.
L’obbligo riguardava solo, a decorrere dal 01/01/2017, i corrispettivi dei soggetti passivi che effettuavano cessione di beni tramite distributori automatici.
Il DECRETO-LEGGE 30 aprile 2019, n. 34 ha trasformato, come detto, l’opzione in obbligo, gradualmente.
Ma pur sempre un obbligo.
Dapprima si è imposto, dal 01/07/2019, a tutti i commercianti che avessero superato al 31/12/2018 un volume d’affari di euro 400mila euro, per poi allargare l’obbligo a tutti dal 01/01/2020.
Come adeguarsi al nuovo obbligo
Le strade percorribili sono tre:
- dotarsi di un registratore di ultima generazione tramite il quale trasmettere i corrispettivi giornalieri o adattare se possibile quello esistente;
- installare l’app di certificazione dei corrispettivi. Tramite tale applicazione, il commerciante stamperà la ricevuta fornita dall’app consegnandola al cliente (tale app non è ancora stata resa disponibile da parte dell’Agenzia delle Entrate);
- abbandonare, per le attività per le quali non sia troppo scomodo, i corrispettivi ed emettere fattura elettronica. Ad oggi, infatti, sembra proprio che cessi di esistere la ricevuta fiscale quale strumento di certificazione dei corrispettivi.
E per i contribuenti forfettari?
La norma che impone la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi non fa distinzione tra regimi di contabilità. Pertanto, un contribuente forfettario che intenda utilizzare il registratore di cassa sarà obbligato alla trasmissione telematica dei corrispettivi; altrimenti, la soluzione è una: passare al sistema di fatturazione, che per loro rimane, a meno di novità dell’ultima ora, di tipo cartaceo.